La farsa in un atto dell’Abate Giulio Artusi La prova di un’opera seria, musicata dal compositore Francesco Gnecco, è andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 16 agosto del 1805, riscuotendo un enorme e duraturo successo tanto da essere tutt’oggi molto presente non solo nelle sale italiane, ma anche all’estero.
Questa produzione viene proposta in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste con le scene di Angelo Canu e la firma alla regia di Carlo Antonio De Lucia.
La prova di un’opera seria è una parodia della vita del teatro e svela al pubblico, in modo divertente ed ironico, quello che solitamente non si vede, ossia ciò che può accadere dietro le quinte di un teatro: non solo si possono verificare problemi tecnico-logistici, ma ci possono essere anche delle difficoltà che riguardano la gestione dei cantanti, come i tic e le manie di questi durante le prove di uno spettacolo. La prova de Gli Orazi e i Curiazi di un certo Campanone (Dario Giorgelè) su libretto di don Grilletto Pasticci (Andrea Binetti) viene continuamente interrotta da liti e innamoramenti tra cantanti, deliri del poeta, nonché vice impresario, contrattempi e lettere portate dal maggiordomo.