Teatri

Artegna

  • Monsignor Lavaroni

    Piazza Marnico, 20 – Artegna (UD)

  • Inizio spettacoli

    20.45
  • Informazioni

    tel: 331 8210675

    mail: info@teatroartegna.it

Abbonamenti

ABBONAMENTI

Abbonamento 6 spettacoli con ALTRI LINGUAGGI:
Interi € 100,00
Ridotti € 80,00
Ridotti giovani € 50,00

Abbonamento 6 spettacoli con IN SCENA!:
Interi € 95,00
Ridotti € 75,00
Ridotti giovani € 45,00

CAMPAGNA ABBONAMENTI in teatro:
Rinnovi: 25 e 26 ottobre dalle 17.30 alle 19.30, e il 28 ottobre dalle 10 alle 12;
Nuovi abbonamenti: tutti i sabati di novembre, dalle 10 alle 12.

 

 

Biglietti

BIGLIETTI:
Interi € 22,00
Ridotti € 17,00
Ridotti giovani € 12,00

BIGLIETTI “IN SCENA!”:
Intero € 15,00
Ridotti abbonati € 10,00

BIGLIETTI “IL VAJONT DI TUTTI”:
Intero € 15,00
Ridotti abbonati € 10,00

 

PREVENDITA:
per lo spettacolo “Il Vajont di tutti”: venerdì 6 e 13 ottobre dalle 18 alle 19 in teatro.
per il primo spettacolo, prevendita online dal 25 novembre e in teatro la sera dello spettacolo dalle ore 20.
per gli altri spettacoli, da venerdì 1 dicembre tutti i venerdì dalle 18 alle 19, e la sera dello spettacolo dalle ore 20.
Online su ertfvg.vivaticket.it dal 29 novembre, compatibilmente con i posti disponibili.

Scheda tecnica

ARTEGNA, IL LAVORO DI UNA COMUNITÀ

 

“Fate che questo teatro si riappropri di quella cultura che, per esser sana, ha bisogno di diventare sapienza”.

Sono parole che stanno alla base della volontà prima, e della decisione poi, di ricostruire il cinema teatro di Artegna distrutto dal sisma del 1976.

Era la scelta precisa di gran parte della comunità che, seguendo la visione illuminata e di ampio respiro dell’allora parroco, monsignor Gelindo Lavaroni, e superando le preoccupazioni di natura non solo finanziaria, seppe trovare la determinazione necessaria per deliberare, nell’ottobre 1987, la ricostruzione della sala.

 

Un mattoncino accanto all’altro

Venne nominato un Comitato, si mobilitarono decine di volontari che si occuparono dei “lavori in economia” e delle consulenze tecniche, vennero individuate diverse forme di autofinanziamento. In molte case di Artegna esiste ancora un mattoncino con scritto a mano “un donge l’altri” (uno accanto all’altro). Molte furono le donazioni private, spesso anonime, e molte famiglie acquistarono simbolicamente una poltrona. Venne stabilita infine l’accensione di un prestito bancario: la comunità arteniese ha coperto il 50% del costo dell’opera, cui si sono affiancati il contributo regionale e i fondi donati dalle Parrocchie gemellate.

La Sala Teatro, ricostruita nel cuore del paese, si affaccia adesso su piazza Marnico, accanto al palazzo del Comune, non distante dal sito precedente, laddove un tempo si trovava la chiesa di San Rocco, patrono cittadino. È dunque il simbolo, suggestivo e tangibile di come, soprattutto nei momenti difficili, coraggio, prospettiva, collaborazione possano diventare motore di coesione sociale e crescita culturale.

Riletta in questa luce e ricordata in una targa posta nel foyer del teatro, la frase in apertura assume sfumature nuove, che rendono sempre viva l’eredità affidata nell’ottobre 1996 all’Associazione Amici del Teatro: un gruppo di volontari che accoglie nel proprio organico sempre nuovi ingressi e nuove idee, e cerca di interpretare quella frase attraverso una programmazione in dialogo con territorio, scuole e realtà culturali vicine.

Ne sono nate, in 23 anni, grazie al sostegno ed alla collaborazione dell’ERT, stagioni di prosa capaci di rinnovarsi e portare in un piccolo paese stimoli e proposte di respiro nazionale e internazionale. Nel corso del tempo l’attività dell’Associazione si è poi arricchita di proposte per adulti e famiglie, incontri, spettacoli, concerti, convegni, cineforum: la rassegna Seres di Mai, la Serata per la vita e alcuni festival, primo fra tutti, Trallallero, festival del Teatro Ragazzi FVG: un unicum in Regione, che si fonda sulla convinzione che, ciò che un bambino non riceve nell’infanzia, non lo riceverà probabilmente mai più.

 

La decorazione del frontone

Inaugurata nel maggio del 1996, a vent’anni esatti dal sisma, nell’ottobre del 2000 la sala ha preso il nome di Nuovo Teatro Mons. Lavaroni, dedicato quindi a colui che vide in essa un’occasione di confronto, di conoscenza e di approfondimento.

Nel 2013 si è arricchita inoltre di un importante tassello: la decorazione del frontone, a partire dal bozzetto ideato dall’arteniese Mario Micossi, le cui opere compaiono in importanti collezioni in Italia e all’estero, anche oltreoceano,  dal momento che la sua avventura artistica ha preso il via da un fortunato sodalizio con la celebre rivista The New Yorker. Il frontone è stato realizzato, ancora una volta, grazie alla collaborazione tra enti locali, comunali e sovracomunali, le eredi di Micossi e la prestazione volontaria di professionisti, amici dell’artista, che si sono fatti carico dell’esecuzione,

interpretando il bozzetto e restituendone in modo fedele il ductus artistico e il messaggio: il racconto di storia del teatro che si dipana all’interno della storia di una comunità.

 

Giusy Cozzutti

socio fondatore dell’Associazione “Amici del Teatro” e membro del CDA dell’ERT FVG